Basket in Carrozzina: Andrea La Terra” Ho lottato tra la vita e la morte ma adesso sono qui a raccontarvi tutto”

Una storia che ha dell’incredibile quella di Andrea La Terra attualmente giocatore della Reggio BIC, una storia che ha visto il ragazzo lottare tra la vita e la morte e alla fine ha vinto lui e adesso ci racconta la sua vita. Un esempio per tutti.

 

Andrea La Terra raccontaci della tua vita.

“Allora mio caro Domenico mi chiamo Andrea La Terra sono di Torino e ho 32 anni. La mia passione per il Basket in Carrozzina è nata dopo l’incidente, ma già da prima a livello amatoriale giocavo a Basket e facevo altri Sport come Kick Boxing e Ciclismo agonistico.”

 

Hai parlato di incidente, che tipo di incidente hai avuto? vuoi parlarne?

“Si certamente, 14 anni fa  ero sul balcone con un mio amico e parlando del più e del meno ci siamo messi a fare quattro passaggi con il pallone, ad un certo punto il mio amico alza la palla verso la mia direzione ma fuori dal balcone  e io d’istinto mi buttai per prenderla…. “Ahimè”.. Ribaltandomi e rimanendo appeso ai piedi del balcone, arrivò subito il mio amico a prendermi per la mano e cercare di tirarmi verso su, purtroppo non avevo la resistenza delle braccia come adesso, quindi caddi e cadendo andai a sbattere la testa contro lo spigolo di un muro e la schiena contro lo spigolo del gradino andando causare problemi alla schiena. Fortunatamente la testa ha iniziato a perdere sangue perchè poteva causare problemi interna e a quest’ora non sarei qui a raccontare il tutto. Questa caduta mi ha causato quindi la rottura vertebrale ossea  della L2  (seconda vertebra Lombare), non ho mai perso conoscenza e proprio sulla botta ho visto per pochi secondi nero cosi iniziai a pregare non so nemmeno in che lingua e ho detto “no la vista ma piuttosto  le gambe” e mi ha preso proprio alla lettera. Provai ad alzarmi in piedi ma sentivo proprio la schiena scricchiolare. Scese così il mio amico e mi aiutò a salire al piano di sopra (dopo 9 metri di volo). Mentre salivamo verso il piano superiore nonostante tutto io con il mio amico scherzavo… eh si Domè ho picchiato la testa -ride- tornando indietro rifarei tutto quello che ho fatto. Tra l’altro ho un fratello in carrozzina dalla nascita che ha avuto un problema motorio alla nascita, e quindi fino a 18 anni portavo sempre in giro mio fratello a scuola, a messa, a casa, però lo facevo con il cuore perchè è mio fratello.  Comunque continuando.  Arrivando allo zerbino di casa non riuscivo ad entrare perchè avevo perso quasi 2 litri e mezzo di sangue.  In quel momento è arrivata l’ambulanza dove iniziarono a fare le prime cure e andando a suturare li sul posto la testa e subito dopo mi portarono in ospedale, mi fecero l’operazione, operazione che andò bene ma il giorno dopo l’operazione alcuni infermieri mi tolsero i punti freschi della schiena e mi strapparono con violenza  e sentì un dolore allucinante dalla cintura fino ai piedi e li graffiarono il midollo e il nervo delle gambe ed eccomi qui su una carrozzina.  Hanno rovinato o forse migliorato una vita. Praticamente nel pomeriggio mi si fermarono le gambe, dopo 4 anni vinsi la causa. In questi 4 anni dopo andrai in un Centro di rieducazione  a Torino dove  ho vissuto li per 2-3 anni facendo palestra e piscina. ”

E da Torino come sei arrivato alla Reggio BIC?

“Quando andai in questo centro di rieducazione a Torino  arrivò uno del Basket in Carrozzina Torino si tratta di  Luca Da Lio.  Mi consigliò quindi di andare ad allenarmi con loro e una settimana dopo ero in campo con loro a provare ad allenarmi. E’ stato subito amore a prima vista. Mi veniva a prendere al centro e mi riportava al centro, giocai nel Torino, poi tre anni fa giocai nel Santo Stefano Sport Banca Marche in Serie A1, a 23 anni giocai nella Nazionale Italiana Under 23. Alla Reggio BIC arrivai grazie ad Antonio Cugliandro.  Nell’Ottobre 2017 ci fu la morte di mio Padre dopo che lottò per 2-3 anni  ma non vinse contro il tumore, mio padre è nato a Rosarno(RC), non sono mai stato chiamato da una squadra del meridione e il giorno dopo la morte di mio padre mi chiamò Antonio Cugliandro proponendomi di andare a giocare nella Reggio BIC. Per me qui era un segno, non presi male la cosa, ma la “presi bene”, accettai ed eccomi qui a giocare in questa squadra”

Come ti trovi in questa squadra?

“In questa squadra mi trovo molto bene perchè mi hanno accolto come uno della famiglia, mi sono innamorato della squadra e della città. Mi hanno accolto a braccia aperte come se fossi un fratello e/o un figlio”

 

Qual’è il tuo obiettivo Stagionale?

“Il mio obiettivo Stagionale è fare bene, cercare di battere Catania, Bari e Battipaglia e quindi rimanere primi  in classifica nel campionato di Serie B, riuscire ad andare alle Final Four e cercare di dare il meglio e di rimanere nella Reggio BIC perchè per me non è una squadra ma una famiglia”

 

 

Domenico Tripodi

 

 

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