Basket in Carrozzina: Francesco Comandè: “La mia vita cambiò dai 10 anni in poi”.

 

 

Quest’oggi ai  nostri cari lettori proponiamo questa bellissima intervista di un ragazzo che non ha smesso di combattere e di sognare e che  all’età di soli 10 anni si vede quasi svanire tutti i sogni. Non voglio anticipare nulla ma voglio solo invitarvi a leggere tutto ciò. Ecco l’intervista a Francesco Comandè:

 

Francesco parlaci di te e della tua passione per il Basket

“Mi chiamo Francesco, ho 30 anni e sono un ragazzo solare ma allo stesso tempo un pochino permaloso.Amo vivermi la vita giorno dopo giorno e sempre con il sorriso su qualsiasi problema la vita mi pone davanti ogni giorno.
Ha 10 anni mentre giocavo a calcio in campagna con i miei fratelli per recuperare un pallone andato fuori da dove stavamo giocando un trattore che stava lavorando in campagna non mi ha visto e mi ha messo sotto la fresa tranciandomi la gamba desta di netto.
Da quel momento i miei sogni i sogni di bambino di 10 anni si sono stravolti, perché non è semplice vedersi cambiare la vita di netto a quell età e trovarsi a lottare con la morte per vivere e vedere i sorrisi dei miei genitori e dei miei fratelli.
La mia passione per il.basket nasce per caso.
Mi trovavo ad una premiazione al palazzo della.provincia a Reggio dopo aver vinto il campionato di atletica leggera paralimpica sui 100mt, e li c era il.coach Antonio Cugliandro che allenava una squadra di bic e per tutta la premiazione mi ha stuzzicato a provare questo magnifico sport. Per me li è scoppiata la.scintilla come un colpo di fulmine per questo sport.
Adesso sono 5 anni che lo pratico e non ne riesco a fare a meno,perché le emozioni che sprigiona questo sport in me sono indescrivibili.”

 

Raccontaci di questa squadra e di questo Sport

“La Reggio Calabria BIC è la mia seconda famiglia, ho un legame d amicizia molto profondo sia con il coach che con il capitano, se ho deciso in questi anni a non provare altre esperienze sportive fuori della Calabria è soprattutto per loro, per il legame che ci lega.per la seconda volta quest’ anno siamo andati a giocarci le final four per la seria A, nonostante nessuno a settembre avrebbe scommesso su di noi un 1€ perché eravamo la squadra più giovane d’Italia come media d’età, e questo è stato un motivo in più per stimolarci dare il meglio di noi stessi in ogni partita di campionato.
Poi come ben sai il basket paralimpico è lo sport numero uno degli sport paralimpici è tipo come il calcio per i calciatori.
È uno.sport Dove non ti puoi fermare un secondo Come ci dice spesso il coach a basket in carrozzina non esistono pause, quindi devi essere sempre concentrato con la.testa a dare il meglio di te stesso, anche perché durante le partite non ci limitiamo a scontri e cadute varie, anche per questo mi affascina sempre di più.”

Questo Campionato come l’hai vissuto?

“Questo campionato per me è stato un campionato un po particolare su tutti gli aspetti. È partito bene ma poi per varie vicissitudini che la vita mi ha messo davanti stavo per mollare, ma grazie alla fiducia del coach e del capitano piano piano sono riuscito a resistere e a dare il.meglio di me quando sono stato chiamato in causa sul parquet.
Sono stra felice come ti dicevo di averci giocato le final four perché sono belle esperienze sia di crescita sportiva che di carattere confrontandoti con atleti di alto livello che giocano da anni in questo sport.
La partita che mi è rimasta ancora oggi impressa nella mente, è quella contro il Palermo dove Tutti ci davano per sconfitti perché dovevamo recuperare la testa della classifica e un divario di – 16 dell’ andata.
Abbiamo giocato quella partita perfetta su tutti gli aspetti e da -16 abbiamo vinto con uno stacco di +3 che poi ci ha permesso di rimanere in classifica primi fino alla fine del campionato.”

 

Cosa speri in vista della  prossima stagione?

“Per il  prossimo anno di continuare a miglioraci sempre di sia come squadra e sia di avere una crescita sportiva per me, anche perché la mia vita sportiva è legata molto alla mobilità del mio lavoro.
Per il.momento sono un atleta della reggio Calabria bic è ne sono molto fiero e orgoglioso di indossare questa maglia, ma se un domani arriva un trasferimento per la mia crescita professionale lavorativa non ti nascondo che mi troverei in difficoltà a prendere una decisione. Per il momento mi sto impegnando ad allenarmi e dare sempre tutto per la Reggio Calabria BIC. In più volevo ringraziare la mia famiglia che mi accompagna ogni giorno sulle mie scelte sportive e non e ringraziare il coach,il capitano, i miei compagni di squadra e tutti i componenti della reggio Calabria BIC”

Voglio concludere l’articolo con questa foto. Un ragazzo che sorride nonostante tutto e un invito a tutti i ragazzi a riflettere su tutto ciò. Grazie Francesco per l’intervista.

 

Domenico Tripodi

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